sabato 25 febbraio 2012

Lega ostruzionista sul «reato tenue»

L'ostruzionismo minacciato dalla Lega per bloccare l'approvazione della riforma sul "reato tenue", si è materializzato ieri quando l'aula della Camera ha cominciato a esaminare gli emendamenti all'articolo 1 della proposta di legge sulla «particolare tenuità del fatto». A raffica, per quasi due ore i deputati del Carroccio hanno sparato contro quello che chiamano «svuotaprocessi», «amnistia mascherata», «depenalizzazione generalizzata», «vergogna», e sarebbero andati avanti così per giorni visto che in questa fase i tempi non sono contingentati,  bloccando l'aula, dov'è atteso il "milleproroghe". Di qui la decisione della maggioranza di rinviare l'esame e il voto a marzo, quando (per regolamento) scatterà il contingentamento dei tempi e, quindi, la tagliola sugli interventi dei leghisti. Ora la Capigruppo deciderà se riprendere già alla fine della prossima settimana o in quelle successive.
 Un copione scontato, salvo per l'assenza in aula del governo, che non è passata inosservata. Il "reato tenue" era stato inserito dal ministro della Giustizia Paola Severino nel ddl varato prima di Natale su depenalizzazione e messa alla prova, in quanto misure necessarie a deflazionare il processo penale. Poi, però, era stato stralciato, ma come segno di rispetto nei confronti della Camera dove la riforma era già arrivata a buon punto. Il testo licenziato dalla commissione Giustizia, sebbene più restrittivo di quello proposto dal governo, ha avuto  il via libera dell'Esecutivo, che ieri, però, non si è né visto né sentito. 
 Ma a parte l'assenza del governo, nei primi due giorni di dibattito in aula non ci sono state sorprese, tanto meno voci dissonanti nella maggioranza. Il rischio è che come con la «svuota-carceri» qualche deputato (soprattutto nel Pdl) prenda le distanze, sensibile alle argomentazioni del Carroccio. Argomentazioni che fanno leva sulla «certezza della pena», sulla «sicurezza», sulla «legalità» e che, al di là della loro fondatezza, possano far breccia nell'opinione pubblica, rendendo impopolare la riforma. 
 Il testo stabilisce che un reato può essere archiviato o l'imputato che lo ha commesso può essere prosciolto se, per le modalità della condotta, la sua occasionalità e le esigue consiguenze dannose o pericolose, il fatto viene valutato dal giudice «di particolare tenuità». Ne resta traccia nel certificato penale e la sentenza consente alla parte offesa di chiedere il risarcimento dei danni, ma il processo si chiude subito, senza trascinarlo – come accade oggi in molti casi bagatellari – fino in Cassazione, a scapito di processi più seri. Secondo la  Lega è una riforma che «dà troppo potere ai giudici» e «lede i diritti dei cittadini» che vogliono che chi commette un reato «paghi, e paghi in carcere». 

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