venerdì 17 febbraio 2012

Maroni a Radio 24: l'accentramento delle tesorerie comunali una lesione dei principi del federalismo

«Chiunque deve ribellarsi. È un principio scritto nella Costituzione materiale del nostro paese». Lo ha affermato in diretta con Oscar Giannino su Radio 24, il leghista Roberto Maroni commentando la norma, art. 35 del decreto liberalizzazioni, che prescrive l'accentramento delle Tesorerie Comunali che, entro aprile, confluiranno allo Stato. È una norma che vale 8,6 miliardi di euro l'anno e varrà fino al 2014. «Una lesione dei principi del federalismo - ha continuato Maroni - è la politica del gambero sul federalismo,  ma è anche una lesione dei principi fondamentali della nostra Costituzione. È il principio di sussidiarietà, che dice che tutto ciò che può essere fatto a livello più basso dell'organizzazione dello Stato, cioè i Comuni, deve essere lasciato lì». Maroni ha aggiunto: «Sono soldi dei Comuni e dei cittadini che i Comuni hanno perché hanno risparmiato e non perché qualcuno glieli ha regalati. Sono soldi che i Comuni spendono per pagare i loro fornitori, che sono piccole e medie aziende che danno servizi e forniture ai Comuni e che sono in credito per 60 miliardi di euro, e che oggi rischiano di chiudere. Quindi questa manovra rende ancora più difficile la vita dei Comuni e dei cittadini perchè diminuiscono i servizi. C'era bisogno di tutto, tranne di questo». Per Maroni «mettere questa norma nel decreto sulle liberalizzazioni suona come una beffa, rispetto al contenuto del decreto stesso». 
 E propone: «In Parlamento noi faremo tutto ciò che è possibile fare, per convincere il Governo a tornare indietro, ma temo che non lo farà semplicemente perché quei soldi li ha già spesi. Non sono ancora entrati nella Tesoreria Unica ma sono già stati spesi. È una misura incostituzionale e c'è un conflitto di attribuzione che solleveremo alla Corte Costituzionale perché il Governo non può ledere i principi di autonomia e sopratutto le competenze. Mi auguro che ci sia una presa di posizione forte dell'Anci e dei Comuni. Disobbedienza civile?  Va bene perché non sono soldi del Governo. Sono soldi che il Governo si prende con una legge e la prossima volta sarà un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini e delle imprese. Qualche creativo a Roma potrebbe pensarlo. È un prestito che certamente verrà restituito, ma temo sia il prossimo passo».
 Maroni ha concluso: «Non è una questione di Lega, e non è una questione di appoggiare o no il Governo Monti. È una questione istituzionale, costituzionale che lede un principio sacrosanto dell'autonomia dei Comuni. È un principio di democrazia. Già abbiamo un Governo che nessuno ha eletto. Se poi questo Governo di professori e di banchieri si permette di cancellare di colpo i principi di autonomia e la storia del nostro Paese che è fondata sui liberi comuni, chiunque si deve ribellare». 

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