mercoledì 29 febbraio 2012

Zaia: "Roma non avrà i soldi del Veneto"

RICORSO AL TAR CONTRO IL TRASFERIMENTO DEI FONDI  
FABIO POLETTI

Il Governatore del Veneto Luca Zaia giura che non poteva fare diversamente: «E’ solo legittima difesa. Altrimenti tanto vale consegnarsi...». I toni sono da guerra, la solita guerra del Nord targato Lega contro la Capitale. Ma almeno la prima battaglia contro lo spostamento a Roma delle Tesorerie provvedimento contenuto nel decreto sulle liberalizzazioni - sembra averla vinta la regione del Nord Est. Il decreto approvato un mese fa prevede che la liquidità di cassa al 24 gennaio debba essere trasferita per il 50% a Roma, alla Tesoreria centrale, entro il 29 febbraio. Il provvedimento non piace all’Anci, all’Upi che raccoglie le Province ma il Veneto è il primo a non mugugnare e basta. E ieri mattina il Governatore Luca Zaia si è rivolto al Tar per impedire che la banca che fa da tesoriere al Veneto, trasferisca entro domani a Roma metà della liquidità di cassa: «Unicredit non può mandare i soldi a Roma senza la nostra autorizzazione. Adesso vediamo cosa succede dopo la diffida».

A chiedergli se questa sua iniziativa sia una specie di federalismo fai-da-te, Luca Zaia prima risponde snocciolando numeri: «Dovremmo trasferire 8 miliardi di euro. Sono soldi investiti che fanno girare le 600mila imprese del Veneto. Cosa succederebbe se il governo chiedesse alle banche di trasferire a Roma il 50% dei depositi dei cittadini?». Poi la butta in politica: «Sono soldi nostri. Da Governatore di questa Regione ho sempre detto: “Prima il Veneto”. Con il governo Monti invece c’è l’apoteosi del centralismo. Spero che tutti gli Enti Locali ci seguano, dobbiamo costruire una falange macedone contro Roma». Nell’attesa sono al lavoro gli uffici legali. Oltre all’intimazione a Unicredit, al ricorso davanti al Tar e alla Corte Costituzionale c’è pure un’istanza al tribunale di Venezia «contro questo abuso che si profila come un’appropriazione indebita ai danni del Veneto».

Il rischio è che le mosse della regione del Nord Est possano fare scuola. Graziano Delrio presidente di Anci vorrebbe bloccare il trasferimento che su scala nazionale vale 9 miliardi di euro: «Il provvedimento non è stato nemmeno concertato». Dalle Province stesse grida di dolore: «Così torniamo indietro di trent’anni...». Le indiscrezioni che arrivano da Palazzo Chigi assicurano che il governo starebbe valutando le proteste degli enti locali. Ma il tempo stringe, mancano 24 ore alla scadenza del termine imposto dal decreto, e il Governatore del Veneto vorrebbe che si bloccasse tutto e subito: «Questa è una appropriazione indebita».

Il fatto è che almeno in questo angolo del Nord governato dalla Lega, la battaglia contro la Tesoreria centrale ha una marcia in più. Quella del «Nord che lavora» contro «Roma ladrona». Alla fine solo slogan ma Luca Zaia giura che c’è molto di più: «Togliere i soldi alla nostra Regione può provocare danni incalcolabili. Il Veneto è la Baviera italiana. Quegli otto miliardi di euro sono la benzina nel motore delle imprese. Da noi le cose funzionano: non ci sono strade che finiscono nel nulla in mezzo ai campi. E poi perché spostare a Roma i soldi dei veneti? Noi non abbiamo 1900 miliardi di debito... Meglio, molto meglio che i nostri soldi ce li amministriamo noi. Almeno sono al sicuro. E poi sarebbe meglio che il governo Monti si desse un colpo di reni federalista perché noi ne abbiamo le tasche piene, di fare sempre quelli che pagano come Pantalone».

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