sabato 31 marzo 2012

Beffa per gli anziani ricoverati: l’Imu è doppia

Per gli anziani ricoverati «a vita» nelle case di riposo e nelle residenze socio assistenziali pubbliche arriva la beffa della «Super-Imu», la nuova imposta sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. Come conseguenza dell’articolo 13 del decreto «Salva Italia», infatti, se il ricovero è permanente il tributo per il 2012 deve essere calcolato come per la seconda casa. Ossia quasi il doppio: 7,6 per mille contro il 4 dovuto per l’abitazione principale. A svelare la beffa è lo Spi Cgil, il sindacato pensionati che ha analizzato bene la norma, dove genericamente è stabilito che anche chi sia in possesso di una sola abitazione ma abbia la residenza altrove su quell’unico immobile in suo possesso deve comunque pagare l’imposta nella versione maxi prevista per la seconda casa.

Questo, spiegano al sindacato, è appunto il caso dei non pochi anziani che possiedono una sola casa ma risiedono in via permanente in case di riposo private o in strutture residenziali socio-assistenziali pubbliche. Risultato: a giugno per circa 300mila anziani ricoverati in via permanente arriverà una stangata di parecchie migliaia di euro se il governo non si affretterà a correre ai ripari, o con una norma ad hoc o con una circolare interpretativa.

Allo stato attuale i ricoverati a tempo indeterminato ma proprietari di casa non sfuggiranno al tributo, dal quale fino a ieri erano completamente esentati e che ora dovranno versare in versione «super». Anche perché nella stragrande maggioranza dei Comuni sull’Imu sono pronte a scattare le addizionali che il decreto prevede possano arrivare fino a un più tre per mille. Sulla base delle prime indiscrezioni sulle addizionali comunali Imu la stangata per gli anziani in ricovero permanente potrebbe aggirarsi tra i 1.500 e i 2.000 euro, aggiuntivi rispetto a quello che si sarebbe dovuto pagare se l’imposta fosse stata calcolata sulla prima casa.

Un salasso insopportabile per chi spesso in quell’unica abitazione ha una indispensabile integrazione al reddito di pensione, denaro necessario a pagare le rette (sempre più salate) dovute sia per le case di riposo private che per le residenze socio assistenziali pubbliche. Un’indagine della Cgil funzione pubblica rileva che, complici le ultime politiche di tagli, per le strutture private la retta a carico dell’assistito è ormai salita in media a circa duemila euro al mese mentre nelle strutture pubbliche in media il super-ticket a carico degli anziani si aggira intorno ai 1.400.

Troppo per chi in media possiede pensioni di 800 euro lordi mensili e che ora si troverà costretto a versare la superImu. «E’ una norma vergognosa - dichiara senza mezzi termini il Segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone - perché fa cassa sulle persone in assoluto più fragili ed esposte. Confidiamo nel fatto che il Governo non si sia accorto di questo obbrobrio e che corra ai ripari. Nemmeno il Principe Giovanni in Robin Hood avrebbe osato così. Non si può imporre una patrimoniale sulla pelle degli anziani non autosufficienti».

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