sabato 17 marzo 2012

In fuga dopo furto causarono incidente mortale: arrestato l'ultimo dei 4 nomadi

Preso nel campo rom di Muggiano: gli agenti colpiti a sassate. Il padre della vittima: «Ora mio figlio troverà pace»


MILANO - È stato arrestato mercoledì mattina dalla polizia Pierino Levacovich, 23 anni, uno dei quattro il nomadi accusati di aver travolto con la loro auto e ucciso, il 9 giugno scorso,un altro ventenne, Pietro Mazzara. Gli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro a Milano lo hanno catturato all'interno del campo rom di Muggiano. Al momento dell'arresto, i poliziotti in borghese sono stati aggrediti da una fitta sassaiola che ha danneggiato l'auto. Il tragico schianto avvenne all'alba del 9 giugno 2011, quando Levacovich, in compagnia di altri tre nomadi, a bordo di una Bmw 320 travolse in via Cogne la Citroen C3 del giovane italiano durante una fuga, dopo una «spaccata» in un bar tabacchi in via Mambretti. Levacovick era l'ultimo latitante: due persone sono state arrestate subito dopo l'incidente e un altro lo scorso settembre. 

LA SASSAIOLA - L'arresto è stato particolarmente movimentato perché, intorno alle 12.30, mentre una dozzina di agenti in divisa e in borghese (ma con indosso le pettorine d'istituto) stava passando al setaccio le baracche del campo, Levacovich ha cercato di fuggire dal finestrino di una roulotte parcheggiata, ma è stato immediatamente bloccato da un poliziotto. Mentre il 23enne veniva portato via, una quarantina di nomadi ha circondato le auto degli agenti e le ha bersagliate a sassate rompendo il lunotto di una Mercedes classe A, utilizzata come auto civetta. Mentre il corteo delle macchine degli agenti si allontanava, l'auto di un nomade ha anche cercato senza successo di speronarle. Nel tardo pomeriggio, agenti del commissariato Scalo Romana hanno effettuato un nuovo intervento nel campo nomadi e hanno bloccato tre dei quattro nomadi riconosciuti come autori della sassaiola. Uno è riuscito a fuggire. Tre sono stati portati in commissariato, due sono stati arrestati mentre il terzo denunciato a piede libero. Saranno processati per direttissima giovedì mattina.
IL PADRE DELLA VITTIMA - «Sono solo contento per mio figlio. Adesso troverà pace e tranquillità», ha detto Salvatore Mazzara, il papà di Pietro, dopo la notizia dell'arresto. «La mia vita è distrutta - afferma -, mi hanno tolto tutto. Non ho più interessi, non penso ad altro. Prima uscivo, mi divertivo, ora vado solo al cimitero a parlare con mio figlio. E pure se non mi risponde io so che mi sta ascoltando. È un dolore che non finisce mai. Chiedo al Signore di trovare un po' di tranquillità perché altrimenti mi sparo». In passato Mazzara aveva minacciato di farsi giustizia da solo se non avesse provveduto quella ordinaria. «La rabbia c'è sempre, ma non ho più propositi così estremi. Il mio timore è che gli assassini facciano poco carcere. Anzi, ne sono sicuro».

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