giovedì 22 marzo 2012

Riforma lavoro, ecco cosa cambierà

La discussa riforma del lavoro targata Fornero-Monti sembra essere ormai in dirittura d'arrivo. Tanti saranno gli aspetti che andrà a modificare, contratti determinati più cari, apprendistato e indeterminato più forti e riduzione della tutela della cassa integrazione. Ma è soprattutto la modifica dell'articolo 18 il tema principale dei dibattimenti. Che cosa cambia realmente?  
ARTICOLO 18  

OGGI: introdotto nel 1970 nell'ambito dello Statuto dei lavoratori garantisce ai dipendenti delle imprese con più di 15  dipendenti il reintegro al lavoro nel caso di licenziamenti senza giusta causa.
    
DOMANI: da subito e per tutti i lavoratori sarà possibile essere licenziati per motivi economici. Qualora il giudice dovesse ritenere il provvedimento dell'azienda illegittimo il lavoratore non potrà essere reintegrato in azienda ma riceverà un indennizzo di 15-27 mensilità tenendo conto dell'ultima retribuzione. Sarà possibile anche il licenziamento per ragioni disciplinari. In caso di provvedimento illegittimo il giudice potrà decidere o il reintegro del lavoratore o una indennità fino a 27 mensilità in base all'anzianità. In caso di licenziamenti discriminatori resta il diritto al reintegro al lavoro che viene esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti che attualmente sono escluse. 

AMMORTIZZATORI SOCIALI

La riforma entra a regime nel 2017. L'obiettivo è allargare la platea dei soggetti tutelati con minori costi attraverso un sistema su due pilastri: cassa integrazione per sostenere lavoratori e imprese in temporanea difficoltà, istituto che rimane sostanzialmente invariato, e
assicurazione sociale per l'impiego per chi perde il lavoro.   La platea degli interessati dovrebbe ampliarsi a 12 milioni di lavoratori dagli attuali 8, includendo i contratti a termine (pubblica amministrazione compresa) e gli apprendisti.   L'assegno per chi perde il lavoro sarà pari a un massimo di 1.119 euro con una durata non superiore ai 18 mesi. Oggi la mobilità può arrivare fino a 36 mesi per gli over 50.  
 
CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA 

OGGI: è un assegno che spetta a operai, impiegati e quadri delle aziende industriali ed edili che per avverse condizioni di mercato sospendano o rallentino l'attività produttiva. E' pari  all'80% della retribuzione complessiva che sarebbe spettata per  le ore di lavoro non prestate. Viene erogata dall'Inps e finanziata dai contributi versati da imprese e lavoratori. Viene corrisposta al massimo per 13 settimane con una proroga fino a 12 mesi e, in determinati casi, il limite è elevato a 24 mesi.  

DOMANI: resterà com'è.    

CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA

OGGI: scatta quando la crisi porta a ristrutturazioni aziendali o a chiusura delle aziende. L'assegno è pari all'80% della retribuzione complessiva che sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate, per una durata massima di 24 mesi. Tra cigo e cigs si possono cumulare massimo 36 mesi in cinque anni. 

DOMANI: resterà ma solo in caso di ristrutturazioni e non per cessazioni di attività.      
      
CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA

OGGI: dal 2009 tutela imprese e lavoratori che non hanno diritto alla cig ordinaria e straordinaria cioè le imprese con meno di 15 dipendenti oppure i dipendenti in aziende da 15 dipendenti in su che non godano di cigo e cigs (apprendisti, tempi determinati, lavoratori a domicilio e somministrati), e le imprese industriali con più di 15 lavoratori che hanno finito il periodo della cigs. L'indennità, viene finanziata da Stato e Regioni, è pari all'80% dell'ultima retribuzione fino al tetto massimo stabilito e può essere erogata al massimo per 12 mesi.  

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.  

INDENNITA' DI MOBILITA'

OGGI: spetta ai lavoratori che perdono il lavoro per ristrutturazione aziendale o chiusura. Dura da un anno a un massimo di 36 mesi per i lavoratori che abbiano più di 50 anni. Per i lavoratori del Mezzogiorno dura fino a 48 mesi. Viene finanziata dall'Inps con l'aiuto delle imprese. L'assegno è pari al 100% della cigs per i primi 12 mesi e poi all'80%.   

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.  

INDENNITA' DI DISOCCUPAZIONE

OGGI: spetta ai singoli dipendenti licenziati per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Dura 8 mesi per chi ha meno di 50 anni ed è pari per i primi 6 mesi al 60% della media delle ultime tre buste paga, per scendere al 50% nei restanti due mesi; dura 12 mesi per gli over 50 con una indennità per i primi 6 mesi del 60%, del 50% per i successivi due, e del 40% per i rimanenti 4 mesi.  

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.      
   
  
ASPI

Prenderà il posto dell'indennità di mobilità, degli incentivi di mobilità, della disoccupazione per apprendisti, della cig in deroga e delle una tantum per i cocopro. Si applicherà a tutti i lavoratori privati con contratto a tempo indeterminato e determinato e ai dipendenti della pubblica amministrazione a termine. Vale anche per gli apprendisti e gli artisti. I requisiti per accedervi sono: 2 anni di anzianità e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. Dura 12 mesi, 18 per i lavoratori over 55 anni. Si abbatte del 15% dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo altri 6. Nel complesso riduce i tempi di percezione degli attuali sussidi. Prevede un'indennità con un tetto a 1.119 euro. L'aliquota contributiva è dell'1,3% per chi lavora a tempo indeterminato e dell'1,4% per chi non lo è.  
Previsto anche un contributo di licenziamento da parte delle imprese da versare all'Inps per i rapporti a tempo indeterminato. Si applica anche agli apprendisti nei casi diversi dalle dimissioni.        

CONTRATTI  

Oggi esistono in Italia oltre 40 forme di contratto flessibile. Obiettivo del governo è di razionalizzarle e di controllarne la corretta applicazione da parte delle imprese agevolando l'accesso dei giovani nel mondo del lavoro.  
      
CONTRATTO A TERMINE

OGGI: dura al massimo 36 mesi, non può superare il 10% della forza lavoro e dà gli stessi diritti del tempo indeterminato.   

DOMANI: aumenteranno i contributi a carico delle imprese (1,4% in più) ma per chi stabilizza il rapporto di lavoro saranno restituiti 6 mesi di maggiorazione. L'aumento servirà a finanziare l'Aspi.    
      
 APPRENDISTATO

OGGI: è un contratto per giovani tra i 16 e i 29 anni che prevede retribuzione e formazione professionale. Viene qualificato come un contratto a tempo indeterminato nel senso che il datore di lavoro deve fare domanda di disdetta se vuole recedere. Può essere di tre tipi.   
DOMANI: dovrebbe diventare il canale privilegiato per l'accesso dei giovani al mondo del lavoro. Dovrà avere durata minima con l'obbligo di trasformare una parte degli apprendisti in dipendenti a tempo indeterminato.  

PARTITA IVA

OGGI: è quella aperta dai liberi professionisti che svolgono lavoro autonomo.  

DOMANI: per disincentivare l'uso di quelle fittizie, la riforma prevede che la partita Iva sia trasformata in collaborazione subordinata qualora si dimostri che il rapporto di lavoro superi i 6 mesi in un anno, valga oltre il 75% dei ricavi del lavoratore, e il lavoratore abbia una postazione presso il committente.        
   
 PART-TIME E COLLABORAZIONI

La riforma prevede l'obligo di comunicazione amministrativa del part-time per ogni variazione di orario al fine di limitarne gli abusi. Per i contratti a progetto sarà necessaria una definizione più stringente del progetto e aumenteranno i contributi. Spariscono gli stage non retribuiti così come l'imposizione delle cosiddette dimissioni in bianco.

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