domenica 11 marzo 2012

Salvini: “Su Boni mi sembra non ci sia niente, prima dei magistrati siamo noi a cacciare chi mette le mani nella marmellata”

«Se ci sono prove, non sospetti o illazioni, siamo i primi a riconoscere gli errori e a chiedere scusa. In questo caso non mi sembra che non ci sia assolutamente niente».

Lo dice l'europarlamentare della Lega Matteo Salvini in merito al caso Boni, intervistato da Maurizio Belpietro per 'La Telefonatà su Canale 5.

«Da vice segretario della Lega lombarda -aggiunge- sono orgoglioso di rappresentare un movimento che stamattina vede 5000 persone al lavoro, tra consiglieri, assessori e sindaci. Essere messi nel pentolone di quelli che sono stati arrestati con i centomila euro sotto il materasso è un torto a chi lavora, vota e crede nella Lega».

«Il sistema di corruzione -aggiunge- non esiste. C'è il sistema che da 20 anni gestisce bene la Regione Lombardia, che costa meno ai suoi cittadini offre servizi come la sanità che sono i migliori d'Italia. Se ci sono colpe personali, nella Lega siamo i primi a tirarli fuori. Ripeto: su 5000 persone che lavorano nel movimento, due sono state beccate con le mani nella marmellata e prima dei magistrati a cacciarli ci abbiamo pensato noi».

Salvini: “Per Lega obbligo essere sopra sospetti”
«Nella Lega dobbiamo essere al di sopra di ogni sospetto. Dobbiamo esserlo più di altri partiti, perchè da noi certe cose non possono succedere direi per definizione. È un dovere morale, altrimenti non si capisce perchè ci chiamiamo Lega».

Lo dice in un'intervista a Repubblica Matteo Salvini, europarlamentare del Carroccio, commentando la notizia dell'indagine per tangenti condotta nei confronti del leghista Davide Boni.

«Mi sembra - prosegue - che al momento il problema sia più giudiziario che politico. Ma è chiaro che se arrivassero altri arresti bisognerebbe ridiscutere tutto».

Dunque ancora presto per «parlare di caso politico», ma Salvini ammette che «per la Lombardia questa non è una bella immagine: si tratta di una delle Regioni più virtuose d'Italia». La speranza, sottolinea, è che le accuse si rivelino infondate: «c'è un'indagine in corso. Non siamo davanti a un arresto, nè tantomeno a una condanna. Lasciamo lavorare chi ha il compito di condurre le indagini».

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