mercoledì 6 giugno 2012

La banda degli zingari milionari Avevano Ferrari e superville ma risultavano nullatenenti


La Polizia di Brescia sta eseguendo una decina di arresti e perquisizioni nelle provincie di Brescia, Mantova, Bolzano e Venezia a carico di una banda di zingari “sinti”, di cittadinanza italiana, dediti a truffe, furti e rapine.
SEQUESTRO BENI DI LUSSO - L’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Brescia assieme a quella di Trento, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine “Lombardia” e di un’unità di elicotteristi, ha portato al sequestro di lussuose ville, denaro contante, quadri ed altri oggetti di valore ed autovetture di lusso, come Ferrari, Bentley, Jaguar. Nessuno degli zingari proprietari di tali beni è risultato svolgere attività lavorativa o aver mai presentato dichiarazione di redditi, e le ricchezze, quantificate in almeno 8 milioni di euro, vengono considerate dagli inquirenti provento di arricchimento illecito.
APLLAUSI DALLA GENTE - Durante un sequestro di beni di lusso, in una delle ville sequestrate stamani, aSoiano del Lago, localita' del Garda bresciano dove viveva una delle famiglie coinvolte dall'operazione della Squadra Mobile di Brescia, la gente del posto ha applaudito verso gli agenti che stavano eseguendo l'ordine dell'autorita' giudiziaria.
LE TRUFFE - Una quarantina le truffe perpetrate dal gruppo criminale ai danni di imprenditori che venivano anche picchiati e minacciati di morte per non denunciare i fatti. Denunce che spesso non venivano presentate dagli imprenditori anche perchè le ingenti somme di denaro truffate erano soldi in nero.
Ci sarebbe anche Dario Bonetti, l'ex calciatore di Milan, Roma e Juve attualmente allenatore della Dinamo Bucarest, tra le vittime della lunga serie di truffe. L'uomo, secondo quanto si e' appreso, e' rimasto vittima di una truffa nel 2010, quando si e' recato nella villa dei nomadi per vendere la sua auto, una Porsche, ed e' stato raggirato di una cifra portata in contanti, circa 10mila euro, che secondo quanto da lui spiegato sarebbe dovuta servire a pagare un acconto per una permuta con un'altra vettura. Una truffa che si era interrotta sul nascere, rispetto ad altre molto piu' ingenti messe a segno ai danni di imprenditori e uomini d'affari per cifre molto superiori, da 500 mila e anche 1 milione di euro.

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