giovedì 7 giugno 2012

Napoli ~ Rifiuti e degrado: vergogna a Palazzo Reale Mura scrostate, intonaci che cadono a pezzi, finestre rotte, infiltrazioni d'acqua


NAPOLI - Mura scrostate, intonaci che cadono a pezzi, finestre rotte, appartamenti, cappelle, retrostanze con relativo mobilio d’epoca coperti dalla polvere, infiltrazioni d’acqua dal soffitto, giardini reali diventati ricettacolo di rifiuti, ricovero di cani randagi, dormitorio per barboni, area di parcheggio di auto e scooter, luogo in cui abbandonare carcasse di moto forse rubate
Non parliamo di una delle tante ville vesuvianeabbandonate e nemmeno del sito borbonico di Carditello che cade a pezzi, ma del Palazzo Reale di Napoli, in piazza del Plebiscito, salotto della città. Quella che a inizio del 1600 nacque come residenza dei regnanti borbonici, poi dei reali austriaci e dopo l’Unità d’Italia nominata residenza napoletana dei sovrani di casa Savoia, oggi è un monumento all’incuria, al degrado e alla sciatteria di quanti il Palazzo Reale avrebbero la responsabilità di manutenerlo, farlo ammirare ai turisti e consegnarlo in buono stato ai posteri.
Domenico Fontana, architetto svizzero di origini ticinesi, che Palazzo Reale lo costruì si starà rivoltando nella tomba nel vedere l’intera area interna della residenza borbonica ridotta a un’enorme parcheggio abusivo con decine di auto sistemate dove c’è un po’ di spazio. Per non parlare della sporcizia ovunque che certo non fa parte del patrimonio artistico da far ammirare ai turisti che pure la monnezza la fotografano. I giardini reali poi sono tenuti in condizioni che definire vergognose è davvero un eufemismo. Il verde non curato è un pugno nell’occhio. Spesso gli alberi servono a garantire un po’ di intimità a quanti usano Palazzo Reale come vespasiano quando i bagni pubblici sono chiusi in piazza del Plebiscito. Insomma, la situazione è quella documentata con immagini, che non necessitano di essere spiegate, messe in onda dal canale all news Sky tg24 in un servizio andato in onda ieri. Più delle chiacchiere del giornalista infatti sono le immagini che danno l’esatta dimensione dell’amore che a Napoli si coltiva per l’immenso patrimonio artistico e culturale che i nostri avi ci hanno lasciato in custodia. Certo non stanno messi meglio la biblioteca dei Girolamini depredata, il colonnato di San Francesco di Paola sempre in piazza del Plebiscito ridotto a orinatoio pubblico, la Villa Floridiana transennata, tanti altri edifici di culto e monumenti sfregiati o abbandonati. Ma chi dovrebbe occuparsi dei tesori di Napoli? Chi è responsabile di questi scempi?

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