mercoledì 13 giugno 2012

Sanità choc: l'Asl Bari pagava i «pacemaker» fino al 90% in più di NICOLA PEPE


In un periodo in cui le famiglie non hanno soldi perpagare la tassa più odiata, e nel bel mezzo di una (ennesima) bufera giudiziaria che ha investito uno dei settori della sanità pugliese, scoprire che fino a poco tempo fa si buttavano quasi i soldi dalla finestra pagando dallo stesso fornitore un pacemaker a un costo maggiorato del 60-70 per cento, fa davvero rabbia. Se a Foggia per un taglia-aghi, grazie alla presunta complicità di funzionari compiacenti, il sistema pubblico pagava fino a qualche centinaia di volte in più, a Bari in poche ore la Asl è riuscita a interrompere un vero e proprio sistema che drenava più soldi del necessario. Meglio tardi che mai e, soprattutto, senza fare ricorso a super esperti per la «spending review»: solo un po’ di buonsenso. 


La certezza è che la gara (la prima) appena conclusa per l’acquisto di pacemaker, defibrillatori ed elettrocateteri, si è conclusa con un risultato sorprendente: le stesse aziende medicali che fino a ieri vendevano forniture al sistema pubblico, ora offrono gli stessi prodotti a un prezzo di gran lunga inferiore. Basta scorrere l’elenco dei 27 lotti di cui si componeva la procedura da 27 milioni di euro a base d’asta avviata dalla Asl di Bari. Tale ultima cifra è frutto di una media dei prezzi di acquisto dei prodotti dalla stessa Asl al costo di «listino». Per intenderci, acquistare dal «listino» significa rivolgersi direttamente al fornitore e pagare il prezzo da lui stesso indicato, sia pure con qualche ribasso. Tutto ciò ora non è possibile non solo perchè la Regione lo impedisce. Ma anche perché da poco meno di un anno alla Asl di Bari - guidata da Domenico Colasanto - sono cambiate un po’ di cose. 


La procedura che consentirà un sensibile risparmio alle casse dell’azienda sanitaria è stata curata da un giovane funzionario che fa parte di quel plotone di ex stabilizzati destinato ad andar via tra qualche settimana. La gara si è svolta secondo il sistema dell’offerta economicamente vantaggiosa e non del massimo ribasso: ciò significa che è stata data maggiore importanza alla qualità dell’offerta tecnica relativa a ciascun singolo prodotto e non, a quella economica che assicurava un minore punteggio. 


Il risultato è stato clamoroso. Pur di accaparrarsi la gara (biennale) le 12 aziende partecipanti hanno proposto ribassi da capogiro che hanno raggiunto persino il 90 per cento. Proprio così: per un «elettrocatere bipolare per stimolazione temporanea d’urgenza» è stato proposto un costo singolo di 89 euro rispetto ai 600 del prezzo di «listino». 


Ma le sorprese non sono finite qui. Leggendo l’elenco dei materiali messi a base d’asta e confrontando l’esito della gara, si scopre altro. Per esempio, il «pacemaker monocamerale SSI multiprogrammabile», da 2mila e 200 euro di base «scende» a 690 euro con un 68 per cento di ribasso. Sconto di poco inferiore (56%) per un «pacemaker VDD comprensivo di elettrocatere dedicato con tecnologie avanzate» che da 4mila e 600 euro passa a 2mila e 200. Ma val la pena di citare qualche altro esempio più interessante: un «defibrillatore monocamerale con stimolazione VVIR, comprensivo di elettrocatetere dedicato», da un costo di 18mila euro passa a 9mila e 250 (il 50%). Tutti prodotti per i quali l’Asl avrebbe pagato complessivamente 27 milioni in due anni e che, a conti fatti, pagherà poco più di 15 con un risparmio netto di 12 milioni in due anni (6 all’anno). 


Per raccogliere i «frutti» di questo lavoro non sarà necessario attendere la «consegna» dei lavori della gara che tra aggiudicazione definitiva e tempistica contrattuale, andrà a regime tra qualche mese. Il bello sta nel fatto che con una delibera fresca di stampa firmata l’altro giorno dal direttore generale, Domenico Colasanto, su imput e proposta del direttore amministrativo, Massimo Mancini, l’Asl comunicherà nelle prossime ore alle imprese partecipanti che applicherà da subito i «nuovi» prezzi. Il principio è questo: ieri la Asl acquistava un determinato prodotto da un’impresa a un determinato costo. Se adesso questa azienda propone lo stesso prodotto a una cifra inferiore, va da sè che il nuovo prezzo da pagare sarà quello più basso. Diversamente, il mercato è aperto.

In un periodo in cui le famiglie non hanno soldi perpagare la tassa più odiata, e nel bel mezzo di una (ennesima) bufera giudiziaria che ha investito uno dei settori della sanità pugliese, scoprire che fino a poco tempo fa si buttavano quasi i soldi dalla finestra pagando dallo stesso fornitore un pacemaker a un costo maggiorato del 60-70 per cento, fa davvero rabbia. Se a Foggia per un taglia-aghi, grazie alla presunta complicità di funzionari compiacenti, il sistema pubblico pagava fino a qualche centinaia di volte in più, a Bari in poche ore la Asl è riuscita a interrompere un vero e proprio sistema che drenava più soldi del necessario. Meglio tardi che mai e, soprattutto, senza fare ricorso a super esperti per la «spending review»: solo un po’ di buonsenso. 


La certezza è che la gara (la prima) appena conclusa per l’acquisto di pacemaker, defibrillatori ed elettrocateteri, si è conclusa con un risultato sorprendente: le stesse aziende medicali che fino a ieri vendevano forniture al sistema pubblico, ora offrono gli stessi prodotti a un prezzo di gran lunga inferiore. Basta scorrere l’elenco dei 27 lotti di cui si componeva la procedura da 27 milioni di euro a base d’asta avviata dalla Asl di Bari. Tale ultima cifra è frutto di una media dei prezzi di acquisto dei prodotti dalla stessa Asl al costo di «listino». Per intenderci, acquistare dal «listino» significa rivolgersi direttamente al fornitore e pagare il prezzo da lui stesso indicato, sia pure con qualche ribasso. Tutto ciò ora non è possibile non solo perchè la Regione lo impedisce. Ma anche perché da poco meno di un anno alla Asl di Bari - guidata da Domenico Colasanto - sono cambiate un po’ di cose. 


La procedura che consentirà un sensibile risparmio alle casse dell’azienda sanitaria è stata curata da un giovane funzionario che fa parte di quel plotone di ex stabilizzati destinato ad andar via tra qualche settimana. La gara si è svolta secondo il sistema dell’offerta economicamente vantaggiosa e non del massimo ribasso: ciò significa che è stata data maggiore importanza alla qualità dell’offerta tecnica relativa a ciascun singolo prodotto e non, a quella economica che assicurava un minore punteggio. 


Il risultato è stato clamoroso. Pur di accaparrarsi la gara (biennale) le 12 aziende partecipanti hanno proposto ribassi da capogiro che hanno raggiunto persino il 90 per cento. Proprio così: per un «elettrocatere bipolare per stimolazione temporanea d’urgenza» è stato proposto un costo singolo di 89 euro rispetto ai 600 del prezzo di «listino». 


Ma le sorprese non sono finite qui. Leggendo l’elenco dei materiali messi a base d’asta e confrontando l’esito della gara, si scopre altro. Per esempio, il «pacemaker monocamerale SSI multiprogrammabile», da 2mila e 200 euro di base «scende» a 690 euro con un 68 per cento di ribasso. Sconto di poco inferiore (56%) per un «pacemaker VDD comprensivo di elettrocatere dedicato con tecnologie avanzate» che da 4mila e 600 euro passa a 2mila e 200. Ma val la pena di citare qualche altro esempio più interessante: un «defibrillatore monocamerale con stimolazione VVIR, comprensivo di elettrocatetere dedicato», da un costo di 18mila euro passa a 9mila e 250 (il 50%). Tutti prodotti per i quali l’Asl avrebbe pagato complessivamente 27 milioni in due anni e che, a conti fatti, pagherà poco più di 15 con un risparmio netto di 12 milioni in due anni (6 all’anno). 


Per raccogliere i «frutti» di questo lavoro non sarà necessario attendere la «consegna» dei lavori della gara che tra aggiudicazione definitiva e tempistica contrattuale, andrà a regime tra qualche mese. Il bello sta nel fatto che con una delibera fresca di stampa firmata l’altro giorno dal direttore generale, Domenico Colasanto, su imput e proposta del direttore amministrativo, Massimo Mancini, l’Asl comunicherà nelle prossime ore alle imprese partecipanti che applicherà da subito i «nuovi» prezzi. Il principio è questo: ieri la Asl acquistava un determinato prodotto da un’impresa a un determinato costo. Se adesso questa azienda propone lo stesso prodotto a una cifra inferiore, va da sè che il nuovo prezzo da pagare sarà quello più basso. Diversamente, il mercato è aperto.

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