sabato 28 luglio 2012

Caro Maroni, Le scrivo come un "vecchio" militante federalista che da quasi sessant'anni si batte per l'unificazione d'Europa.

Pur essendo fortemente critico di alcuni aspetti delle scelte politiche della "Lega", ho sempre riconosciuto, e tuttora riconosco, che torna di grande importanza politica per le sorti future d'Europa l'emergere di una coscienza politica "regionale" (uso tale termine per indicare le cd. "macro-regioni" d'Europa), consapevole, come lo è la "Lega", che gli stati nazionali sovrani sono del tutto tramontati (come scriveva anni fa Luigi Einaudi, "sono polvere senza sostanza"), e che il loro peso burocratico-fiscale, sulle spalle dei cittadini d'Europa, sia del tutto inaccettabile perché privo di qualsiasi funzionalità poli-tica in punto ai problemi fondamentali che affliggono i popoli d'Europa. Ritengo che, in passato, la "Lega", pur facendosi forza di tale meritoria critica allo stato nazionale sovrano, abbia commesso il grave errore di chiudersi in un localismo cieco, rinunciando, di fatto, a prendere posizione in politica estera (rinuncia incomprensibile per qualsiasi partito politico: il prendere posizione in politica estera torna, infatti, fondamentale per definire il proprio fronte d'azione). Mi preme porre in rilievo che l'unica via strategica con cui si possa recuperare (come giustamente ci si deve proporre di fare) in chiave "democratica" un'indipendenza ade-guata all'"auto-governo locale", in chiave "regionale", è quella di istituire un'intesa d'azione con tutte le altre "regioni d'Europa" che già si sono mosse da tempo per riven-dicare l'esigenza di liberarsi dallo strapotere dello stato nazionale ( come in Italia con la "Lega", così è accaduto in alcune regioni della Spagna, della Francia e della Germania). Occorre, a questo punto, aver chiara in mente un'opportunità strategica cruciale che unisce strettamente il raggiungimento di due scopi con un unico mezzo: l'alleanza di più "macro-regioni" d'Europa per raggiungere, tutte insieme, un'effettiva indipendenza d'"autogoverno locale", consentirebbe un'incisiva azione di rivendicazione comune nei confronti dei diversi stati nazionali; d'altra parte, questa stessa alleanza aprirebbe la via per una rapida unificazione "federalista" d'Europa, mirata a raggiungere non già un'unificazione burocratica per più aspetti stentata e inefficiente, ma una vigorosa unità politica tramite una "Europa delle regioni", capace di confrontarsi con il resto del mondo (USA, Russia, Cina, India, ecc.) e, nello stesso tempo, radicata in una nuova, autonoma vitalità "democratica" delle sue "regioni". A tal fine occorrerebbe, tra l'altro, rivendicare con urgenza un diverso ruolo delle "re-gioni" all'interno dell'attuale UE: tale rivendicazione va rivolta con fermezza e coraggio al Parlamento Europeo. Contestualmente, occorre richiedere che venga convocata d'urgenza un'Assemblea Co-stituente eletta a suffragio universale dal popolo europeo, per rimediare efficacemente all'inconcludenza con cui gli "uomini di vertice" stanno affrontando il problema dell'unificazione politica d'Europa (esigenza fondamentale per il salvataggio della mo-neta unica, per il rilancio della crescita economica, ecc.). L'unificazione d'Europa è più che mai urgente per uscire dalla gravissima crisi attuale. Criticare l'attuale incapacità dei governi nazionali d'Europa di uscire dalla crisi può di-ventare una critica giusta soltanto se si sa indicare che l'errore sta nel tentare di trovare una soluzione alla crisi entro l'ambito nazionale; mentre, invece, l'unica soluzione può trovarsi a livello "continentale", cioè con l'istituzione "federale" dell'"Europa delle re-gioni". È indegno che nessuna forza politica abbia fino ad oggi rivendicato al "popolo europeo" il diritto di fondare, attraverso la sovranità popolare, lo stato federale d'Europa. Occorre che qualcuno faccia propria tale irrinunciabile richiesta. Ritengo che Lei possa davvero segnare un nuovo corso delle scelte politiche della "Le-ga", contribuendo con ciò a rinnovare decisamente anche le iniziative politiche per l'unificazione d'Europa. Senza una "rivolta federalista" delle "macro-regioni" d'Europa (quale potrebbe sortire ad es. da un'alleanza tra le regioni che fanno capo a Milano, Monaco, Lione, Barcellona, ecc.), credo illusorio sperare nella capacità degli "uomini di vertice" di rinunciare al potere nazionale. Auspico che forze autonome come la "Lega", radicate in una volontà politica che cresce "dal basso", sappiano fare una scelta strategica verso l'"Europa delle regioni". Con tale auspicio, Le formulo i miei più cordiali auguri.

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