lunedì 30 luglio 2012

Fuga degli imprenditori dall'Italia verso Balcani e Nordafrica.

Serbia, Montenegro, Croazia, Slovenia, Egitto e Tunisia: sono tra le mete preferite degli imprenditori italiani, specie quelli del Mezzogiorno ma anche del Nord Est, che stanno portando via dall'Italia pezzi rilevanti della produzione industriale e dell'economia italiana. Fisco più favorevole e costo del lavoro nettamente più contenuto sono le due ragioni principali che spingono le imprese del nostro Paese a fuggire verso queste mete. E' questo il fenomeno anticipato da uno studio di Unimpresa in via di pubblicazione, cominciato qualche anno fa e che ha subito un'improvvisa accelerazione a causa della crisi finanziaria e della recessione. Secondo la ricerca, molti imprenditori, nel pieno della bufera internazionale, si sono trovati a un bivio: chiudere o continuare la loro attività fuori dei confini nazionali, dove un contesto economico assai diverso favorisce l'insediamento di nuovi impianti industriali. Sgravi fiscali e incentivi di varia natura attraggono sempre di più le aziende tricolore. Una vera e propria emigrazione che ha preso il via con alcuni grandi gruppi industriali e adesso sta interessando anche realtà nel settore delle piccole e medie imprese. A forte rischio c'è l'attività di trasformazione agricola e l'industria conserviera. Col risultato che sulle nostre tavole arrivano prodotti made in Italy, lavorati nei Balcani e nel Nord Africa. «Una situazione che ci preoccupa enormemente» dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Come diciamo da tempo - aggiunge - il nostro Paese ha bisogno di misure ad hoc,. La nostra ricetta è nota: fisco, burocrazia, infrastrutture e giustizia civile sono ambiti nei quali, dentro i nostri confini, c'è molto da fare prima di rimettersi a parlare concretamente di creare nuovi nuovi posti di lavoro e mettere in moto il mercato dell'occupazione».

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